Catullo, Viviamo e amiamo (Il carme dei baci)
- prof.ssa Cecilia Adamo
- 19 mar 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 20 mar 2020
«Viviamo, o mia Lesbia, e amiamo, e le chiacchiere dei vecchi troppo severi consideriamole un solo asse. I soli possono tramontare e risorgere; noi, quando finirà questa breve luce (della vita), dobbiamo dormire un'unica notte eterna. Dammi mille baci, poi cento, poi ancora mille, poi di nuovo cento, poi senza smettere altri mille, poi cento; poi, quando ce ne saremo dati molte migliaia, li mescoleremo, per non sapere (il loro numero) e perché nessun malvagio ci possa guardare male, sapendo che qui ci sono tanti baci.»

Un invito alla vita e all'amore, questo di Catullo, poeta latino del I sec. a.C., perché breve è la vita ed inesorabile la morte. Vita ed amore: due entità inscindibili per Catullo, che dell'amore fa la ragione profonda della sua esistenza. Il bacio campeggia come protagonista assoluto dei versi. Il bacio: nemico acerrimo di questi giorni di pandemia, latore di contagio. Eppure, quale miglior antidoto al contagio, quale invincibile arma di difesa se non l'amore, di cui il bacio è emblema tangibile! "Da mihi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum...": così Catullo dice alla sua Lesbia, invitandola ad amare contro tutto e tutti. Un turbinio di baci che si dilata iperbolicamente all'infinito. E allora baciamoci, esageriamo come Catullo, là dove ci è concesso, per ora solo nelle nostre famiglie, in un gesto che simbolicamente giunge all'umanità intera. Riscopriamo la bellezza di un sorriso, di uno sguardo, una risata, una parola: anche a distanza essi rivelano il loro potere incommensurabile, baluardo sicuro contro l'oscurità di questi tempi. Perché, con le parole di Virgilio,
OMNIA VICIT AMOR (l'amore vinse ogni cosa)!
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