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Coronavirus: fruttivendolo egiziano regala la sua frutta alla popolazione bisognosa di Bergamo

  • Immagine del redattore: Martina Strada
    Martina Strada
  • 4 apr 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Sameh è un migrante egiziano arrivato in Italia dieci anni fa e che ora fa il fruttivendolo a Canonica d'Adda, in provincia di Bergamo. Uno di quei migranti che in Italia vengono discriminati ogni giorno a causa del colore della loro pelle e la loro provenienza. Una di quelle persone private dei loro diritti, mandate a morire in mare su dei barconi, sfruttate e sottopagate ogni giorno per compiere i lavori più umili. Persone come Sameh, che nonostante tutto ha deciso di premiare la cittadina che dieci anni fa lo accolse e gli diede un posto in cui vivere, donando gratuitamente, in un momento così critico, la sua frutta e la sua verdura ai più bisognosi. Il suo gesto colmo d'amore deve farci riflettere su quanto ormai in Italia si giudichino le persone basandosi più sulla provenienza della loro carta d'identità, che sulla loro personalità e il loro modo di essere. Basti pensare che nel 2020 ci sono ancora moltissimi episodi di razzismo verso esseri umani esattamente come noi, che vengono discriminati perché la loro pelle è più scura e la loro cultura è diversa. La religione, la cultura, la lingua, il colore della pelle sono solo una copertina diversa per ognuno di noi: all'interno siamo tutti uguali. La gente dovrebbe basarsi sull'amore e i sentimenti che ci sono in ogni persona anziché sulla loro nazionalità.


 
 
 

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